Ogni tanto anche io mi cimento nel disegno di qualche auto, nel caso specifico ho voluto emulare un bozzetto dell'Audi visto qualche tempo fa.
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martedì 16 ottobre 2012
giovedì 11 ottobre 2012
RP-4
Curioso aereo trovato navigando nel web, l'articolo riporta:
“An amateur aircraft designer can tailor a plane to fit his or her precise requirements, no matter how outlandish. Take David Rose. Inside his hangar at Montgomery Field in San Diego, this former airline pilot is building a machine that he hopes will earn him aeronautical immortality.
If all goes according to plan, a thunderously overpowered racing machine called RP-4 will reach a straight and level speed in excess of 528.3 mph and become the world’s fastest piston-driven plane. The 22-year-old record is held by a modified World War II—era Grumman F8F Bearcat.”
e prosegue:
"David Rose obviously built the overpowered RP-4 for speed. The experimental counter-rotating propellers, inspired by a NASA project, run at an impressive 4800 rpm. Rose can connect both propellers directly to their engines without heavy reduction gearing. The props can change pitch for maximum efficiency at any speed. "It's a drag-racer frame with skin on it to keep the wind out," says Jerry Baer, a former pilot who helped Rose build RP-4."
domenica 30 settembre 2012
Mostra RAV
Per celebrare il 50° Anniversario del Record Mondiale di Velocità a cura di Francesco D'Angelo, vorrei segnalare a tutti la lodevole iniziativa presso la Galleria Civica di Desenzano d/G che fino al 7 ottobre espone al pubblico reperti e cimeli del Reparto Alta Velocità con ingresso libero.
Nella uggiosa giornata di ieri ho avuto il piacere di visita ed invito tutti coloro che ne hanno la possibilità di visitarla e dimostrare l'interesse verso questo capitolo dell'aeronautica italiana... chissà se prima o poi si vedrà la nascita di un museo dedicato.
mercoledì 19 settembre 2012
Altro che foto profilo
Un pilota che ho avuto il piacere di conoscere sia in ambienti virtuali che realmente, ha deciso di condividere con il pubblico diverse foto che lo ritraggono in un "volo libero". Come non poter condividere a mia volta? Potete trovare altre foto alla pagina di Davide Cenciotti su Facebook
domenica 9 settembre 2012
domenica 2 settembre 2012
Bozzetto del giorno
Qualche giorno fa ho dovuto passare la notte all'Aeroporto Internazionale di Malpensa grazie agli scioperi degli assistenti di volo di una nota compagnia aerea tedesca, visto che il sonno non arrivava mi sono voluto sbizzarrire con un bozzetto che vede un semplice re-design del SIAI-12. Ecco a voi...
mercoledì 22 agosto 2012
Articolo "Ali nuove" - Macchi M.33
Ringrazio calorosamente un amico, che cortesemente mi ha inviato l'articolo relativo al Macchi M.33 che ho trascritto qui sotto. Buona lettura.
" Ritiratosi l'ing. Tonini, progettista capo della casa produttrice Macchi divenne Mario Castoldi. Sua prima affermazione fu il progetto dell'idrocorsa che avrebbe equipaggiato la squadra italiana per l'edizione 1925 della Coppa Schneider. Dopo lo "shock" diffuso tra i costruttori europei dalla dimostrazione di efficienza fornita dagli Americani nel 1923, si cercò dovunque di orientale le nuove costruzioni su concetti radicalmente più moderni e Castoldi passò al monoplano a sbalzo con arditezza di concezione. Come nell'M.19, l'ultimo idrocorsa Macchi, si scelse l'elica trattiva, con conseguente sistemazione arretrata dell'abitacolo. Sotto l'influenza dell'affermazione americana, il motore prescelto fu il Curtiss D.12, da 450CV, che fu installato su un castello sopra lo scafo, con una profilata carenatura e coi radiatori dell'olio sui lati con soluzione originale e non ortodossa.
Circa l'architettura generale dell'idrovolante poco altro può dirsi, dato che la formola monoplana a sbalzo semplificava straordinariamente iniziando una nuova epoca per simili apparecchi. Non va trascurato il fatto che fin allora tutte le macchine che si erano affermate - comprese le americane che dovevano portar via la Coppa dall'Europa - erano biplani di tipo più o meno perfezionato ed affinato, ma che tuttavia dovevano sacrificare non poco della loro velocità massima alla formola strutturale; passando al monoplano a sbalzo si faceva in realtà un progresso costruttivo nettissimo che avrebbe meritato fin dall'inizio miglior sorte.
Sfortunatamente ciò non avvenne perché memore del fatto di tanti promettentissimi idrocorsa che non avevano resistito a moti ondosi di qualche violenza, lasciando vincere vecchi residuati di guerra che invece tenevano il mare, Castoldi diede eccellenti qualità marine al suo M.33, che era ancora del tipo a scafo. A Baltimora però le condizioni di tempo furono buone, e ciò fu un male per i nostri due idrocorsa (numerati 6 e 7) che alle doti nautiche avevano sacrificato altrettanta finezza, risultando inferiori ai biplani a scarponi - del resto muniti di motori più potenti - degli Americani. Il velivolo di Moselli non potè prendere il via poiché non era stato montato in tempo; quello di De Briganti arrivò terzo, con la media di 217Km/h. Dopo questa lezione anche in Italia si abbandonò definitivamente la formula a scafo per idrocorsa, e l'M.33 passò all'addestramento dei piloti del Reparto Alta Velocità.
Le sue caratteristiche sono: apertura alare 10m; lunghezza 8.29; altezza 2.68; superficie portante 15 mq; peso a vuoto 975Kg, totale 1255; velocità massima 350Km/h. "
" Ritiratosi l'ing. Tonini, progettista capo della casa produttrice Macchi divenne Mario Castoldi. Sua prima affermazione fu il progetto dell'idrocorsa che avrebbe equipaggiato la squadra italiana per l'edizione 1925 della Coppa Schneider. Dopo lo "shock" diffuso tra i costruttori europei dalla dimostrazione di efficienza fornita dagli Americani nel 1923, si cercò dovunque di orientale le nuove costruzioni su concetti radicalmente più moderni e Castoldi passò al monoplano a sbalzo con arditezza di concezione. Come nell'M.19, l'ultimo idrocorsa Macchi, si scelse l'elica trattiva, con conseguente sistemazione arretrata dell'abitacolo. Sotto l'influenza dell'affermazione americana, il motore prescelto fu il Curtiss D.12, da 450CV, che fu installato su un castello sopra lo scafo, con una profilata carenatura e coi radiatori dell'olio sui lati con soluzione originale e non ortodossa.
Circa l'architettura generale dell'idrovolante poco altro può dirsi, dato che la formola monoplana a sbalzo semplificava straordinariamente iniziando una nuova epoca per simili apparecchi. Non va trascurato il fatto che fin allora tutte le macchine che si erano affermate - comprese le americane che dovevano portar via la Coppa dall'Europa - erano biplani di tipo più o meno perfezionato ed affinato, ma che tuttavia dovevano sacrificare non poco della loro velocità massima alla formola strutturale; passando al monoplano a sbalzo si faceva in realtà un progresso costruttivo nettissimo che avrebbe meritato fin dall'inizio miglior sorte.
Sfortunatamente ciò non avvenne perché memore del fatto di tanti promettentissimi idrocorsa che non avevano resistito a moti ondosi di qualche violenza, lasciando vincere vecchi residuati di guerra che invece tenevano il mare, Castoldi diede eccellenti qualità marine al suo M.33, che era ancora del tipo a scafo. A Baltimora però le condizioni di tempo furono buone, e ciò fu un male per i nostri due idrocorsa (numerati 6 e 7) che alle doti nautiche avevano sacrificato altrettanta finezza, risultando inferiori ai biplani a scarponi - del resto muniti di motori più potenti - degli Americani. Il velivolo di Moselli non potè prendere il via poiché non era stato montato in tempo; quello di De Briganti arrivò terzo, con la media di 217Km/h. Dopo questa lezione anche in Italia si abbandonò definitivamente la formula a scafo per idrocorsa, e l'M.33 passò all'addestramento dei piloti del Reparto Alta Velocità.
Le sue caratteristiche sono: apertura alare 10m; lunghezza 8.29; altezza 2.68; superficie portante 15 mq; peso a vuoto 975Kg, totale 1255; velocità massima 350Km/h. "
martedì 21 agosto 2012
Scafi XXL
"Per una parete grande, ci vuole un grande pennello"
Esordiva così una nota pubblicità degli anni '80 ma in questo caso parliamo di idrovolanti e più in particolare di scarponi.
lunedì 20 agosto 2012
Ripresa delle Attività
Ed eccoci ritrovati con dopo la pausa estiva, pausa che quest'anno si è ridotta al minimo indispensabile per lasciar spazio a progetti e nuove avventure. Per celebrare l'avvento della nuova stagione, rinnovo il mio interesse allo sviluppo del velivolo di mio comprovato interesse, il Macchi M.33
Questi giorni di tranquillità mi hanno permesso di ragionare su quella che potrebbe rivelarsi tecnicamente una concreta riproposizione di questo velivolo, più tempo trascorre sempre più si delineano i contorni del progetto e la possibilità di avventurarmi concretamente nel progetto stesso... chissà, magari tra qualche anno, sarà ancora possibile veder volare un idrocorsa.
Attualmente prosegue la ricerca di quelli che erano i progetti originali del mezzo per poterli utilizzare come base del lavoro di ingegnerizzazione, partire da quelli mi permetterebbe di rispettarne al massimo le caratteristiche e scendere solo a studio ultimato, a compromessi tecnologici e di sicurezza.
Tuttavia parleremo più avanti degli interventi che andrebbero apportati per permettere il rispetto delle legislazioni vigenti...
Questi giorni di tranquillità mi hanno permesso di ragionare su quella che potrebbe rivelarsi tecnicamente una concreta riproposizione di questo velivolo, più tempo trascorre sempre più si delineano i contorni del progetto e la possibilità di avventurarmi concretamente nel progetto stesso... chissà, magari tra qualche anno, sarà ancora possibile veder volare un idrocorsa.
Attualmente prosegue la ricerca di quelli che erano i progetti originali del mezzo per poterli utilizzare come base del lavoro di ingegnerizzazione, partire da quelli mi permetterebbe di rispettarne al massimo le caratteristiche e scendere solo a studio ultimato, a compromessi tecnologici e di sicurezza.
Tuttavia parleremo più avanti degli interventi che andrebbero apportati per permettere il rispetto delle legislazioni vigenti...
martedì 31 luglio 2012
Progetto - X -
Non molto tempo fa ho avuto l'opportunità di lavorare in un settore ben lontano dalla spensieratezza dell'aeronautica, il settore del trasporto su rotaia.
Parlando un po' con G.M. ho iniziato ad immaginare quello che secondo me doveva essere la linea del Progetto "X", potendomi sbizzarrire un po' ho provveduto a slanciare una linea del bozzetto iniziale consegnatomi e, perché no, riproporre alcune soluzioni dal fascino storico come il motore con elica spingente in gondola.
Devo dire che, sebbene il rapporto di lavoro sia ultimato, questo mezzo di trasporto così fortemente legato al suolo, ha generato in me parecchio interesse che è spiegabile con una semplice espressione: questo settore è un bacino di persone amanti dell'aeronautica.
Può sembrare un controsenso ma molti ingegneri aeronautici sono confluiti in questo settore creando quella che mi piace definire come "cellula dormiente" ricca di idee e di capacità.
In particolare ho avuto il piacere di conoscere un valido progettista di cui riporterò solo le iniziali G.M. che ha condiviso con me diverse sue idee ed in particolare sul Progetto "X"; un nome emblematico legato allo sviluppo di un ultraleggero (ULM) sviluppato nel tempo libero ma credetemi, se il progetto verrà ultimato con tutte le sue caratteristiche sarà una meravigliosa macchina economica, prestante e moderna.
Parlando un po' con G.M. ho iniziato ad immaginare quello che secondo me doveva essere la linea del Progetto "X", potendomi sbizzarrire un po' ho provveduto a slanciare una linea del bozzetto iniziale consegnatomi e, perché no, riproporre alcune soluzioni dal fascino storico come il motore con elica spingente in gondola.
lunedì 30 luglio 2012
DOZ design
Curiosando nella moltitudine delle pagine nel web il sito di uno studio di design giapponese dal nome DOZ design; questo sito ospita un progetto molto interessante che rivede la progettazione tramite modellazione 3D degli aerei partecipanti alla coppa Schneider.
Ecco il LINK, buona visione.
sabato 28 luglio 2012
Macchi M.33
Per inaugurare il blog vi presento quello che è in assoluto uno degli aerei che più mi hanno affascinato nel panorama degli idrocorsa degli anni '20, stiamo parlando del Macchi M.33.
Per chi non lo conoscesse il Macchi M.33 è il velivolo presentato dall'Aeronautica italiana durante la Coppa Schneider del 1925; seppur non vincitore dell'edizione, ha sempre generato e stimolato i sogni degli appassionati. Il disegno di questo aereo ha chiuso l'era in cui gli idrocorsa erano intesi come idrovolanti a scafo (ovvero in cui la fusoliera funge anche scafo per il galleggiamento); per passare hai più noti e diffusi idrocorsa a galleggianti.
Nel mio bozzetto ho voluto riproporre la linea del Macchi M.33 senza snaturarne le linee ma riadattandolo a linee e concetti moderni con una livrea che ne rimarchi l'appartenenza al mondo dell'Alta Velocità.
Questo post, tuttavia, rappresenta solo l'inizio di una serie di interventi sul Macchi M.33. Infatti uno dei miei progetti futuri è sicuramente quello di effettuare un re-design completo di questo progetto e perché no, riproporre il progetto compreso di ingegnerizzazione.
Vedremo cosa ci riserva il futuro, sicuramente un passo importante sarà la visita all'Archivio dell'Aeronautica Italiana previsto per settembre. Nel frattempo le idee di stanno delineando.
Per chi non lo conoscesse il Macchi M.33 è il velivolo presentato dall'Aeronautica italiana durante la Coppa Schneider del 1925; seppur non vincitore dell'edizione, ha sempre generato e stimolato i sogni degli appassionati. Il disegno di questo aereo ha chiuso l'era in cui gli idrocorsa erano intesi come idrovolanti a scafo (ovvero in cui la fusoliera funge anche scafo per il galleggiamento); per passare hai più noti e diffusi idrocorsa a galleggianti.
Nel mio bozzetto ho voluto riproporre la linea del Macchi M.33 senza snaturarne le linee ma riadattandolo a linee e concetti moderni con una livrea che ne rimarchi l'appartenenza al mondo dell'Alta Velocità.
Questo post, tuttavia, rappresenta solo l'inizio di una serie di interventi sul Macchi M.33. Infatti uno dei miei progetti futuri è sicuramente quello di effettuare un re-design completo di questo progetto e perché no, riproporre il progetto compreso di ingegnerizzazione.
Vedremo cosa ci riserva il futuro, sicuramente un passo importante sarà la visita all'Archivio dell'Aeronautica Italiana previsto per settembre. Nel frattempo le idee di stanno delineando.
Etichette:
Idrocorsa,
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Progetto,
Schneider
venerdì 27 luglio 2012
Ready to take off.
Benvenuti sul mio nuovo blog.
Mi presento, sono Matteo Gandini e sono un giovane designer che è cresciuto ed ha vissuto nel mito dell'aeronautica e degli anni d'oro di questa meravigliosa pagina tecnologica della storia umana.
Questo blog vuole essere una valvola di sfogo alla fantasia e alla voglia di riportare alla luce progetti, disegni e memorie di un tempo in cui l'aereo era visto come l'apice delle tecnologia e della pratica sportiva.
Se vi state domandando cosa troverete su questo blog non so anticiparvelo con certezza ma vi posso assicurare che si vedranno bozzetti e stenografie del pensiero, si proporranno fotografie e testi, tutto quello che è legato alle parole AERONAUTICA, VELOCITA', PASSIONE.
Buona visione.
Mi presento, sono Matteo Gandini e sono un giovane designer che è cresciuto ed ha vissuto nel mito dell'aeronautica e degli anni d'oro di questa meravigliosa pagina tecnologica della storia umana.
Questo blog vuole essere una valvola di sfogo alla fantasia e alla voglia di riportare alla luce progetti, disegni e memorie di un tempo in cui l'aereo era visto come l'apice delle tecnologia e della pratica sportiva.
Se vi state domandando cosa troverete su questo blog non so anticiparvelo con certezza ma vi posso assicurare che si vedranno bozzetti e stenografie del pensiero, si proporranno fotografie e testi, tutto quello che è legato alle parole AERONAUTICA, VELOCITA', PASSIONE.
Buona visione.
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