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venerdì 31 gennaio 2014

Sullo Scaffale

Questo inizio 2014 ha portato due nuovi libri sullo scaffale aeronautico del mio studio, il secondo è sicuramente una "particolarità"...



mercoledì 29 gennaio 2014

FIAT C.29

Dopo la bruciante sconfitta inferta all'Aeronautica italiana ad opera degli inglesi sulle acque veneziane nel nono appuntamento della Coppa Schneider (25 settembre 1927), lo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, sotto la pressione di Italo Balbo, aveva deciso di giocarsi il tutto per tutto per vincere l'edizione successiva che si sarebbe tenuta in Inghilterra nel 1929.
Tra le aziende che hanno "gonfiato il petto" e risposto alla chiamata la FIAT fa capolino decisa a mostrare le proprie capacità nelle costruzioni aeronautiche oltre che allo sviluppo di motorizzazioni.
Infatti l'azienda torinese non era sconosciuta nell'ambiente, avendo dimostrato di essere in grado di realizzare motori sufficientemente competitivi per partecipare alla corsa, voleva dimostrare anche la sua ingegneristica presentandosi al concorso con un modello completamente "made in Fiat", il C.29.


Prototipo alle prove di flottaggio e decollo.


Piccola nota sul nome: C.29 sia l'acronimo di Corsa del 29, non ho fonti che mi possano confermare questa affermazione ma... è bello pensarla così!

La FIAT affidò alla sapiente matita dell'ing. Celestino Rosatelli la realizzazione del nuovo modello che, fin da subito, si contraddistinguette per una tecnica rivoluzionaria.
Piccolo, con un peso molto basso e una potenza eccezionale era un gioiello di meccanica, l'intero aereo venne realizzato e concepito attorno al motore come se alla FIAT si siano detto:

« Bene Signori, abbiamo un motore che deve volare. Mettiamoci due ali, un pilota e tutta la buona volontà per battere gli inglesi! »




Tecnicamente perfetto e con soluzioni invidiabili, non si dimostrò però un valido velocista rispetto ai modelli rivali in concorso. Con soli 1.160Kg a pieno carico e con il suo propulsore FIAT AS.5 che erogava 1000cv, il C.29 viene descritto come un velivolo difficile da gestire e condurre in gara.
Al suo arrivo a Desenzano, l'aereo venne affidato alle abilità del pilota Mario Bernasconi che fu protagonista di un incidente che portò alla luce gravi problemi di instabilità dell'aereo in tutte le fasi operative; da una prima analisi, si convenne che i problemi del velivolo erano imputabili ad un'errata posizione del redan negli scarponi.

La FIAT procedette con un ristudio dei galleggianti riuscendo a risolvere il problema ma, fin dal primo volo nel giugno del 1929 sotto la conduzione del Sergente Maggiore Francesco Agello, raffigurò ancora una volta come l'aero era instabile e di difficile conduzione.

Nella sua permanenza a Desenzano, il C.29, subì varie modifiche e altrettanti incidenti che indussero il prodotto FIAT avvicinarsi per soluzioni tecniche ai Macchi rivali in concorso.


Nello sviluppo fanno capolino anche il cupolino completamente chiuso e la colorazione rossa con relativa attribuzione del numero di serie N.129.
Le prove di velocità continuarono fino al 16 luglio dello stesso anno quando dopo una serie di voli, nella manovra di atterraggio i galleggianti incontrarono ad alta velocità un'onda generata dalla scia di un motoscafo che scatenarono nell'aereo una reazione improvvisa ponendolo in posizione verticale sulla coda.
La tragicità dell'impatto portò alla distruzione del N.129 ma senza conseguenze per il pilota F.Agello, la FIAT rispose fornendo immediatamente al reparto di Desenzano un nuovo C.29 con il numero seriale N.130 che già integrava le modifiche apportate nel N.129 ma la sorte non voleva proprio vedere questo aereo partecipare alla Coppa Schneider.


Passò poco tempo che il nuovo velivolo si schiantò nel lago, ancora una volta senza conseguenze per il pilota, quindi un nuovo restauro e ripresa dei voli con un nuovo seriale N.130bis.


Purtroppo la difficoltà di messa appunto e la fresca memoria dei due incidenti, spinsero la FIAT al ritiro dalla competizione lasciando spazio al più collaudato Macchi M.52r.
foto di Luigi Gorena, marzo 1973
Che considerazioni si possono fare su questo velivolo? Sicuramente va ricordato come il banco di prova del motore FIAT AS.5 che solo qualche anno dopo, "gemellato", ha dato vita e concretezza al record di velocità che tutti conosciamo... tuttavia questo velivolo ha una linea che mi piace moltissimo, a tratti impacciata, a tratti filante che rappresenta un'icona di giunzione tra passato, presente e futuro. Volendo forzare un raffronto solo per divertimento... non vi viene in mente nessuna navetta spaziale di qualche film di fantascienza?

martedì 10 settembre 2013

Bubbleship props version

Qualche mese fa, nelle sale cinematografiche, è stato proiettato un film che ha attirato la mia attenzione più per un velivolo presente sulla pellicola che per la trama stessa. Il film di cui stiamo parlando è Oblivion.


La cosa che mi ha fatto sorridere è come guardandolo ho riconosciuto subito la mano del designer che ha creato la tecnologia di questo mondo post-guerra, Daniel Simon ha una capacità incredibile di fantasticare e realizzare veicoli strepitosi.
Qui un'intervista dello stesso designer che parla della sua creatura:


In un momento di follia ho voluto provare a fare un rapido bozzetto che ne ritrae il Bubbleship in versione ad elica, prossimamente provvederò ad aggiornare il post con altre viste...

lunedì 10 giugno 2013

Vecchi ricordi


Che strana sensazione riaprire la mia Tesi universitaria e rivede i vecchi studi sulla Couronne e il Titania

sabato 8 giugno 2013

Curtiss Model E back to fly!


Bellissima iniziativa e bellissima emozione nel veder tornare a volare queste meravigliose macchine, qualche tempo fa avevo parlato del Model F e mi auto cito dicendo: 
"Tra i suoi mille cavi, funi, montanti e appendici; questo aereo nasconde un fascino che ben si sposa con l'eleganza del volo e quel senso di pionierismo che questo genere di aerei riesce ad evocare."
Speriamo di veder sempre più spesso questi video.

The Flying Silo

Sulla linea della scoperta delle "veloci stranezze" d'oltreoceano, non si può non parlare del prodotto della Grancille Brothers Aircraft.

Un'improbabile gara tra un Model Z e un P-51D.
I più appassionati sapranno già che sto parlando del quantomai strano Gee Bee Super Sportster, la linea stilistica ad opera della matita di Rober Hall è unica e la sua comparsa agli inizi degli anni '30 sulle scene della  Thompson Trophy portò al successo la neonata azienda di Springfield per due anni consecutivi (1931-1932).

Curiosa quanto la sua linea è la sua storia, i fratelli Grancille per affrontare la depressione che aveva appena colpito il paese, decisero di puntare alle gare di velocità per fare pubblicità ed incrementare le vendite dei loro aerei e così, in sole 5 settimane e un investimento di ~$5000, nacque il Model Z con una logica puramente americana: la cellula più piccola possibile con il motore più grande possibile. Ed ecco cosa nasce dalla fusione di un Pratt & Whitney R-985 "Wasp Junior" da 535HP e un pilota.


Dopo il primo volo nell'agosto del 1931, il GeeBee Model Z ha rapidamente dimostrato di essere un aereo difficile da battere e gli innumerevoli record battuti dal suo pilota, Lowell Bayles, sono il dato più eclatante:

- Record di velocità di un aeroplano : 430.245 Km/h;
- Vittoria al Goodyear Trophy il 1 settembre con la velocità media di 330Km/h su un tracciato di ~80Km;
- Vittoria al General Tire and Rubber Trophy il 5 settembre 1931;
- Vittoria al Thompson Trophy il 7 settembre 1931 con la velocità media di 380Km/h;

L'ambizione e la voglia di porre ancor più divario tra il Model Z e i concorrenti, portò i fratelli Grancille a sostituire il motore con una soluzione da 750HP ovvero un Pratt & Whitney R-1340 "Wasp senior" . Questa soluzione venne messa alla prova il 5 dicembre dello stesso anno, ma con un esito drammatico, durante il tentativo di record (che comunque avvenne segnando i 505Km/h) l'aereo si schiantò rovinosamente a terra portando alla morte Bayles.
Durante le analisi di cosa avesse potuto causare questa tragica fatalità, è emerso che durante il volo il tappo del serbatoio della benzina posto sulla fusoliera davanti al pilota, si era allentato e volando via colpì in pieno volto il pilota sfondando il parabrezza; questo incidente portò ad una rapida revisione del progetto rivendendo la posizione del tappo del serbatoio all'interno della fusoliera e l'adozione di un parabrezza con vetro blindato.

Tuttavia, studi successivi e analisi delle registrazioni video, hanno fatto emergere che la causa dell'incidente non era imputabile al tappo del serbatoio, quanto invece a un collasso strutturale delle superfici di controllo che vennero corrette nelle evoluzioni successive del Model Z.

Apro solo una piccola parentesi dicendo come gli aspetti "estremi" di questo progetto portarono anche ad estreme conseguenze, negli anni successivi i modelli R-1, R-2 e R-1/2 che nascevano dalla diretta evoluzione del Model Z, portarono i loro rispettivi piloti Russell Boardman alla morte, Jimmy Haizlip a un grave incidente e Cecil Allen alla morte.

sabato 18 maggio 2013

Pomilio Gamma

Qualche tempo fa, forse troppo tempo, sono stato contattato da un'inaspettata persona che cercava aiuto per creare una rappresentazione per un suo libro. La rappresentazione in questione trattava un aereo prototipo italiano sviluppato nel 1918, il Pomilio Gamma.


Conosco veramente poco questo aereo, costruito in soli due esemplari, ma attenderò con ansia l'uscita del libro per apprenderne la storia e approfondire alcune mie curiosità che sono emerse durante la rappresentazione.
L'idea di raffigurare il Pomilio Gamma mi ha incuriosito, forse anche legato alle poche informazioni a riguardo, si è trattato di "ripensare" a come questo aereo poteva essere realizzato, con quali materiali e finiture, ed ecco un primo risultato.


Spero di fare cosa gradita, mettendo nel menù qui accanto, il link della persona con cui ho collaborato. Si trovano diversi libri interessanti, buona visione.

lunedì 6 maggio 2013

Locandina mini Film

Battaglia di Istrana

Versione#1

Versione#2

locandina per il documentario realizzato da una comunità di appassionati del volo nella prima guerra mondiale  in collaborazione dell'Ufficio Storico dell'Aeronautica ed esposto in pianta stabile al Museo di Vigna di Valle. E' stato un piacere partecipare alle riprese e realizzare la locandina, ecco il video:



* Per ragioni di riservatezza, fino alla presentazione ufficiale, le immagini riportate nel post sono delle bozze e non identificano il prodotto definitivo.